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CAPITOLO 2: La Ricerca - Magic Dreams Store

CAPITOLO 2: La Ricerca

 

Forse in viaggio da settimane, il nostro gruppo procedeva guardingo ma inesorabile. L'iniziale entusiasmo si chetava passo dopo passo ora che i rumori della fauna si facevano sempre più radi.

“Sei sicuro di andare nella giusta direzione?” chiese il Vecchio guardandosi intorno con fare nervoso.

“Adesso hai dei ripensamenti?” lo schernii io “Il posto che cerchi è vicino, quasi troppo facile da trovare...avevi veramente bisogno di me? E poi perché sei così incupito? Non sei andato di corpo stamattina?” lo provocai divertito.

 Non rispose, e del suo atteggiamento impertinente non vi era traccia.

 “Ehi voi, possiamo fermarci a riposare? Stiamo procedendo da ore e la mia pancia comincia a lamentarsi”. Era uno dei miei compagni di viaggio. Madido di sudore, trascinava ciondolante un carretto pieno di barili e scatole con le vettovaglie. 

“Buona idea!” disse l'altro “Credo sarà l'ultima tappa prima di arrivare, dico giusto?”

“Già, godetevi questo pasto signori, potrebbe essere anche l'ultimo!” disse ridendo il terzo uomo mentre si apprestava a smontare le tende per un rapido accampamento.

“Non statevene lì con le mani in mano voialtri! Ho visto un ruscello poco fa, andate a prendere l'acqua e delle erbe aromatiche se non volete andare a letto digiuni” sibilò la donna. Impensabile ribattere alla sua richiesta.

Io e il Vecchio ci guardammo e decidemmo che era meglio muoversi alla svelta.

La densa aria notturna taceva e pazientemente sopportava i lamentosi capricci degli insetti estivi. Le pance piene e un giaciglio arrangiato permisero a tutti però di dormire sereni.

La mattina arrivò svelta e quando mi svegliai, gli altri erano già intenti a caricare i cavalli.

“Questa mattina faremo colazione al sacco, dobbiamo arrivare alla nostra meta prima che cali il sole” disse il Vecchio Amico porgendomi una piccola sacca.

Annuii, smontai la tenda, e tornai a concentrarmi sul percorso da seguire.

“Non manca poi molto, da questa parte” 

Dopo qualche ora feci cenno agli altri di fermarsi. Mi guardai intorno e puntai il dito verso un grosso sentiero. “Poche centinaia di metri, da quel lato. La nostra metà è lì” ... “Allora ci siamo quasi...fermi tutti allora. Vi devo dire alcune cose” il Vecchio sembrava divertito mentre si sedeva su un grosso ceppo di un albero morto.

“Sapevo che ci sarebbero state delle complicazioni, è stato tutto così facile!” sbottò uno dei miei compagni.

“Ci stai già rifilando delle menzogne Vecchio Gufo?!” disse la donna portando pericolosamente la mano alla cintura dalla quale pendeva una luccicante daga.

“Ohohoh! No amici miei! Nulla di così melodrammatico” rise l'uomo “vi devo solo spiegare come poter entrare nella tana del drago senza essere divorati!”

L'atmosfera si fece d'improvviso silenziosa, sentii solamente deglutire nervosamente alle mie spalle uno dei miei compagni.

“Troveremo sei gemme incastonate all'ingresso della tana. Ognuno di noi dovrà appoggiare il palmo su una di esse, contemporaneamente. Facile vero? Ah...e chiaramente vi suggerisco di fare poco rumore quando entreremo...non vorrete essere così sgarbati da svegliare l'Antico, giusto?” il Vecchio giocherellava con un bastoncino mentre ci parlava e nel terreno abbozzava distrattamente un specie di simbolo arcaico.

Cominciò una discussione animata tra tutti i restanti componenti del gruppo: chi accusava di essere stato raggirato, chi si sarebbe voluto tirare indietro, chi domandava maggiori chiarimenti, chi pretendeva di sapere come si sarebbe spartito il bottino.

 “Arrivati a questo punto ogni congettura è inutile. Io dico di procedere e vedere con i nostri occhi cosa ci aspetta. E poi valuteremo” dissi io.

Gli altri borbottarono tra loro, e dopo qualche attimo dissero: “ti seguiremo Guida, ma tua la responsabilità di tenere d'occhio il nostro Amico”

“Forza allora, mio carceriere, facci strada!” ed il Vecchio esplose in una calda risata.

Quella che ci ritrovammo davanti agli occhi poco dopo non si poteva nemmeno chiamare “entrata”. Pareva essere il fianco stesso della montagna.

Arbusti e licheni facevano del loro meglio per addobbare la fredda e minacciosa pietra scura. Una lucertola, sonnecchiante, giaceva sopra un informe spuntone di roccia bluastro. “Bene! Hai trovato la prima gemma d'ingresso! Forza, trovate le altre qui intorno!”

“Questa cosa rossa potrebbe essere quello che cerchi Vecchio?” disse uno dei miei compagni.

“E questa verde è sicuramente è un'altra pietra” disse l'altro.

Quando tutti furono in posizione, il Vecchio disse: “Al mio tre, toccate con il palmo sinistro la vostra roccia...pronti? Uno, due eeeee tre!”

Udimmo un rumore sordo e aggressivo. Il fianco della montagna si lamentò, e sofferente si impegnò per favorirci un passaggio. Immediatamente un odore pungente raggiunse le mie narici. Capii che quel luogo doveva essere chiuso da anni.

I miei compagni, ancora tra l'incredulo e lo sgomento, stavano discutendo sommessamente quando la donna mi raggiunse e disse:

“Non era tuo il compito di tenere d'occhio il Vecchio Gufo?!”

 Mi girai di scatto...e di lui non vi era traccia.

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